Gli elementi naturali.


 

Il riferimento agli elementi naturali è comune a tutte le cosmogonie dei diversi popoli del mondo. Tanto l'Oriente quanto l'Occidente hanno concepito una stretta connessione tra il microcosmo umano e il macrocosmo naturale. Dall'equilibrio degli elementi dipendeva la vita della specie umana e la sopravvivenza del cosmo: l'universo ordinato, sorto dal caos, era governato da personificazioni divinizzate dei quattro elementi. Gli elementi rappresentano nella filosofia greca diverse discipline: nell'aritmetica, nella geometria, nella medicina, nella psicologia, nell'alchimia, nella chimica, nell'astrologia e nella religione, tutto si riconduceva agli elementi naturali e alle loro personificazioni in forme divinizzate. Nei regni del cosmo e nell'universo, macrocosmo e microcosmo, tutte le cose esistono, consistono e coesistono, in modo correlato, interconnesso e interdipendente.

 

Fuoco, Aria, Acqua, Terra: elementi naturali da cui trae origine ogni sostanza di cui è composta la materia. Su questa base è formulata la teoria degli elementi naturali, introdotta a partire dal VI secolo a.C dal filosofo greco antico Anassimene di Mileto e successivamente dal filosofo siceliota Empedocle, assimilata anche dai filosofi greci Socrate ed Aristotele, che aggiungerà il quinto elemento l'Etere.

 


 

I CINQUE ELEMENTI

 

 

Il Fuoco, elemento purificatore e vivificatore, racchiude in sé il principio della vita, che scaturisce dalla sua energia.

L’Aria, intangibile, è l’energia vitale che respiriamo, senza la quale non sarebbe possibile vivere; non può essere afferrata e rappresenta il respiro cosmico.

L’Acqua, fonte della vita, dalla sorgente diventa torrente, poi fiume fino a giungere nel mare, oltrepassando gli ostacoli che incontra nel suo cammino, arrivando fino ad addentrarsi nelle profondità della terra.

La Terra, solida e rigogliosa, simboleggia la materia primordiale, accoglie la vita,  la nutre e la fa crescere rigogliosa.

 

A questi quattro elementi Aristotele ne aggiungerà un quinto (la Quintessenza) che egli chiamerà Etere e che costituisce la materia delle sfere celesti (Universo). Aristotele credeva che l'etere fosse eterno, immutabile, senza peso e trasparente. Proprio per l'eternità e l'immutabilità dell'etere, il cosmo era un luogo immutabile, in contrapposizione alla Terra sublunare, luogo di cambiamento e continuo mutamento. L'Etere è stato poi associato , in una visione alchemica, al soffio della vita che permea tutti gli esseri viventi nell'intero Universo.